l 52nd Jazz Winter si è concluso domenica 23 marzo con il concerto dell’Elisa Rossi Quartet e il progetto Non solo Mina, un omaggio raffinato e appassionato alla grande canzone d’autore italiana e ai suoi compositori più sofisticati, riletti attraverso il filtro del jazz contemporaneo. La voce intensa e sensibile di Elisa Rossi, accompagnata da Pierpaolo Principato al pianoforte, Flavio Bertipaglia al contrabbasso e Federico Chiarofonte alla batteria, ha chiuso nel migliore dei modi una stagione lunga cinque mesi.
Dall’autunno all’inverno: un viaggio di scoperta
La rassegna si era aperta lo scorso 13 ottobre con l’unica data italiana del tour europeo di Noam Wiesenberg, contrabbassista e compositore tra i più apprezzati della scena newyorkese, accompagnato da un quartetto d’eccezione. Da lì, una lunga sequenza di concerti ha attraversato generi, approcci e generazioni diverse: il lirismo di Paolo Recchia e l’originalità timbrica di Jordan Corda; l’energia giovane del Gabriel Marciano Quartet; la miscela tra swing, bossa nova e testi poetici del progetto Mamba di Mauro Zazzarini & Laura Sega; il ritorno di Simone Alessandrini con Songbook, esperimento di destrutturazione melodica.
Tra novembre e dicembre, la stagione ha incluso anche l’eclettismo di Michael Rosen con la resident band del 52nd Jazz; la potenza ritmica dell’Insanity Quintet; l’incontro tra le chitarre evocative di Francesco Bruno e il sax di Javier Girotto, capace di evocare paesaggi lontani con profonda musicalità.
Nel 2025, spazio alle nuove generazioni con il Giulio Bozzo Quintet e il progetto The Time Travelers, seguito da uno dei concerti più partecipati della rassegna: quello del Joel Holmes Trio, jazz moderno, groove e interplay al massimo livello. Il concerto di Iacopo Teolis con The Moving Forest ha rappresentato un unicum: una formazione inusuale e un’idea di jazz che si apre alla musica da camera e all’ecologia del suono.
Gianni Savelli ha riportato sul palco del Geena il suo Media Res con Alisei | Blowing in the Winds of Creativity, un viaggio mediterraneo tra scrittura e improvvisazione. A marzo, la seconda parte della stagione si è chiusa con tre concerti di altissimo livello: Karim Blal Trio, eleganza e profondità espressiva; Gianluca Vigliar Quartet con Eclipse, progetto visionario e fortemente lirico; e infine il Val Coutinho Quintet, con un tributo appassionato alla musica popolare brasiliana.
Jazz e arte: un racconto sinestetico
Accanto alla musica, la proposta artistica del Mad – Museo d’Arte Diffusa, con la direzione artistica di Fabio D’Achille, ha accompagnato ogni tappa del festival. Mostre come Mot_her di Anja Kunze, Ocean_Art di Alena Panchishin, Fuori dalla forma di Ina Damyanova, Ignoti di Alberto Zecchini e l’attuale Vidi e ascoltai di Giuseppe Fucsia hanno costruito un dialogo sinestetico tra suono e visione, aggiungendo una profondità ulteriore all’esperienza del pubblico.
Uno spazio culturale in trasformazione
Il 52nd Jazz Winter ha confermato la centralità del Geena come luogo di cultura aperto, dove il pubblico può entrare in relazione con proposte musicali di qualità e con un ambiente stimolante, accogliente e trasversale. La rassegna ha attratto un pubblico eterogeneo, fidelizzato, curioso, contribuendo alla vita culturale della città di Latina con un approccio non episodico ma costante, in grado di tenere insieme bellezza, ricerca e accessibilità.
Il racconto continua, in attesa di nuovi appuntamenti targati 52nd Jazz.